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"Date a Cesare quel che è di Cesare"

  Secondo le diverse versioni del racconto, alcuni personaggi decisero di mettere in difficoltà Gesù chiedendogli se gli Ebrei dovessero o meno rifiutarsi di pagare le tasse agli occupanti Romani. Nel   Vangelo secondo Luca   si specifica che, evidentemente attendendosi che Gesù si sarebbe opposto al tributo, essi intendevano «consegnarlo all'autorità e al potere del governatore», che all'epoca era   Ponzio Pilato   e che era responsabile della raccolta dei tributi. I   vangeli sinottici   raccontano che gli interlocutori si rivolsero a Gesù lodandone l'integrità, l'imparzialità e l'amore per la verità, poi gli chiesero se fosse o meno giusto per gli Ebrei pagare le tasse richieste da Cesare. Gesù, dopo averli chiamati ipocriti, chiese loro di produrre una moneta buona per il pagamento   e poi di chi fossero nome e raffigurazione su di essa; alla risposta che si trattava di Cesare, rispose «Date a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio» (il   Vang
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MARIA HA CREDUTO AL PROGETTO IMPOSSIBILE

  La fede consentì a Maria di affacciarsi senza timore sull'abisso inesplorato del disegno salvifico di Dio: non era facile credere che Dio potesse « farsi carne » e venire ad « abitare in mezzo a noi » (cf. Gv 1, 14), che Egli cioè volesse nascondersi nell'insignificanza del nostro quotidiano, vestendosi della nostra umana fragilità, soggetta a tanti e così umilianti condizionamenti. Maria osò credere a questo progetto « impossibile », si fidò dell'Onnipotente e divenne la principale cooperatrice di quella mirabile iniziativa divina, che ha riaperto la nostra storia alla speranza. Anche il cristiano è chiamato ad un simile atteggiamento di fede, che lo porta a guardare coraggiosamente « al di là » delle possibilità e dei limiti dell'evento puramente umano. Egli sa di poter contare su Dio, il quale, per affermare la propria sovrana libertà nei confronti dei condizionamenti umani, non di rado scegli ciò che nel mondo è debole e disprezzato per confondere i sapienti ed i

Meditazione su San Giuseppe

I Vangeli sono scarni di informazioni che possono aiutarci a inquadrare in maniera precisa la vicenda della vita di Giuseppe. Ma l'assenza di informazioni non è scarso interesse per lui bensì la messa a fuoco di ciò che conta. Ognuno di noi viene al mondo con uno scopo, con una vocazione. Scoprire questo scopo e questa vocazione è ciò che trasforma la nostra vita da sopravvivenza a vita piena. Al contrario, proprio l'assenza di uno scopo o di una consapevolezza della propria vocazione ci colma la vita di molte cose che servono a riempire il vuoto che proviamo e che, in fondo, non ci fa essere felici. Importa quindi poco sapere che laurea hai, come si chiama la tua squadra di calcio, se frequenti quel gruppo, se preferisci il blu al rosso, se bevi la birra o il vino, se ti piace il calcio o la musica. Tutte queste cose sono come un immenso contorno di ciò che dovrebbe essere il centro della nostra vita: la nostra vocazione. I Vangeli ci raccontano di Giuseppe a partire dalla sua

Sulle orme di Gesù

Se ti accontenti solamente di ciò che il mondo materiale ti può offrire, oppure ti accontenti di come sei senza porti alcuna domanda, o ti trovi a tuo agio nelle ingiustizie, nell'immoralità, nella logica del più forte, ti consiglio di non perdere tempo e di ricercare altrove ciò che desideri. Un mondo che cambia Coloro che invece ricercano la vera gioia, il senso di appartenenza e tutti quei dinamismi spirituali per poter pervenire alla felicità qui possono trovare le loro risposte agli aneliti della loro anima, che è quel qualcosa che nasce dentro, dalle aspirazioni più profonde, dal desiderio di dare una risposta alle grandi e inevitabili domande: Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? È importante sapere se l'anima è immortale, se vi è un aldilà dopo la morte, se vi è un Dio che ci accoglie e ci giudica. Sì, La prospettiva di vincere l'infinito deve spingerci a giocare la nostra vita per vincere il magnifico premio di una felicità smisurata. Del resto frustrare le aspirazi

Il senso della Vita per un cristiano

  La vita ha un senso solo se si ammette l'esistenza di qualcuno che abbia creato l'universo e l'uomo e li mantenga nell'esistenza secondo un progetto ben preciso che egli realizza con potenza, con sapienza e con bontà infinita. Al creatore di tutto gli uomini danno il nome: Dio. Se si negasse l'esistenza di Dio la vita risulterebbe senza senso e non troverebbero risposta le profonde domande dell'uomo: Chi sono? Da dove vengo? Dove vado? Il progetto di Dio su di noi equivale al progetto per cui egli ci ha creati. Per scoprire questo progetto e quale sia il senso della vita, occorre conoscere il fine per cui Dio ci ha creati. Il Concilio Vaticano II afferma che: "La comunione di Dio con gli uomini e degli uomini con Dio e fra loro in Cristo, costituisce il fine della vita". La comunione con Dio e con gli uomini, fine per cui siamo stati creati, consiste: a) Nel fedele e gioioso compimento della volontà di Dio b) Nell'essere per l'altro c) Nell&#

CHI È IL CRISTIANO

  I cristiani non si differenziano dagli altri uomini né per territorio, né per il modo di parlare, né per la foggia dei loro vestiti. Infatti non abitano in città particolari, non usano qualche strano linguaggio, e non adottano uno speciale modo di vivere. Questa dottrina che essi seguono non l’hanno inventata loro in seguito a riflessione e ricerca di uomini che amavano le novità, né essi si appoggiano, come certuni, su un sistema filosofico umano. Risiedono poi in città sia greche che barbare, così come capita, e pur seguendo nel modo di vestirsi, nel modo di mangiare e nel resto della vita i costumi del luogo, si propongono una forma di vita meravigliosa e, come tutti hanno ammesso, incredibile. Abitano ognuno nella propria patria, ma come fossero stranieri; rispettano e adempiono tutti i doveri dei cittadini, e si sobbarcano tutti gli oneri come fossero stranieri; ogni regione straniera è la loro patria, eppure ogni patria per essi è terra straniera. Come tutti gli altri uomini si

Festa dell'Assunzione di Maria

Celebriamo il 15 agosto il mistero dell’Assunzione. Alla fine del suo passaggio sulla terra, la Madre del Redentore, è stata elevata nella gloria in corpo e anima vicino a suo Figlio, nel cielo. Riportiamo di seguito un omelia di san Josemaría nella stessa festa del 1961. Assumpta est Maria in coelum, gaudent angeli , Maria è stata assunta da Dio, in corpo e anima, nei Cieli. Ne gioiscono gli angeli e gli uomini. Perché ci pervade oggi questa letizia intima, perché sentiamo il cuore traboccante e l'anima inondata di pace? Perché celebriamo la glorificazione di nostra Madre, ed è naturale che i suoi figli, costatando l'onore tributatole dalla Trinità Beatissima, sentano una grande allegrezza. Cristo, suo Santissimo Figlio, nostro fratello, ce la diede come Madre sul Calvario quando disse all'Apostolo Giovanni:  Ecco tua madre . Noi tutti l'abbiamo ricevuta, assieme al discepolo amato, in quel momento di immensa afflizione. Maria Santissima ci ha accolti nel dolore mentre

Consacrare Russia e Ucraina a Maria è una cosa seria

  Cosa significa il gesto di papa Francesco. È una storia che inizia a Fatima nel 1917 e arriva fino ai giorni nostri Il direttore della Sala stampa della Santa Sede, Matteo Bruni, il 15 marzo ha dichiarato che «venerdì 25 marzo, durante la Celebrazione della Penitenza che presiederà alle ore 17 nella Basilica di San Pietro, papa Francesco consacrerà all’Immacolato Cuore di Maria la Russia e l’Ucraina. Lo stesso atto, lo stesso giorno, sarà compiuto a Fatima da Sua Eminenza il cardinale Krajewski, Elemosiniere di Sua Santità, come inviato del Santo Padre». Quando Benedetto XVI andò in pellegrinaggio a Fatima il 13 maggio 2010 disse questa frase nell’omelia della Messa celebrata sulla immensa spianata dove la Madonna era apparsa ai tre pastorelli nel 1917: «Si illuderebbe chi pensasse che la missione profetica di Fatima sia conclusa». Come, il mistero di Fatima non si era concluso con la rivelazione della terza parte del segreto avvenuta nel 2000, sempre a Fatima, per volontà del Papa p

"Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato!" Vangelo Mc 2 23-28

Il sabato è stato fatto per l’uomo. Fermiamoci qui. E' questa la prima affermazione di Gesù a difesa dei suoi discepoli che, passando fra i campi di grano, si son messi a raccogliere le spighe; cosa proibita per la legge giudaica. Di sabato infatti non si può lavorare. Ma il sabato è fatto per l’uomo, ribadisce Gesù. Lo ha creato Dio, il quale riposandosi il settimo giorno ha configurato la settimana con un giorno di riposo. Quel riposo va a custodire l’uomo dalle fatiche degli altri giorni. E’ un giorno provvidenziale. Per gli ebrei è il sabato, per i mussulmani il venerdì e per noi cristiani è la Domenica. E’ comunque un giorno della settimana che Dio ci ha donato per liberarci dalla tentazione dell’onnipotenza. Infatti l’uomo che pretende di lavorare più di Dio manifesta una volontà latente di dominio sul tempo, sulle cose e sugli altri. L’uomo che non sa godersi il riposo è certamente affetto da manie di controllo. Non si fida più della provvidenza, non sa rilassarsi, non sa co

Oggi Solennità di Maria, madre della Chiesa

  Questa festa fu istituita dal Sommo Pontefice Pio XI nel 1931, in occasione del XV Centenario del Concilio Efesino, coll'Enciclica Lux Veritatis Gesù nacque da una Vergine senza concorso di padre terreno, perché tale nascita conveniva al futuro Salvatore degli uomini, il quale, benché avesse in se la natura umana, ne doveva però ignorare le condizioni. Ciò fu opera della potenza divina: una Vergine è diventata Madre rimanendo Vergine. Questa Vergine è Maria SS. della stirpe regale di Davide: « Ecco che una Vergine concepirà nel suo seno e partorirà un Figlio a cui sarà posto il nome di Emanuele che significa: Dio con noi ». La fede della Chiesa nel dogma della Divina Maternità di Maria SS. si conservò ininterrotta attraverso tutti i secoli. Infatti fin dai primi tempi, allorché Nestorio osò opporsi a coloro che davano a Maria il titolo di Madre di Dio, il popolo ne fu così scandalizzato ed indignato, che nella chiesa stessa protestò contro quella falsa dottrina. E quando tre anni